CONFINTESA DIRIGENTIPA scrive alla Ministra della Giustizia

Nel formularle i migliori auguri di buon lavoro nell’alto incarico a cui è stata chiamata nel Governo della Repubblica, la scrivente Organizzazione sindacale, facendo seguito a nota n._DG.GAB0014186.U del 26.4.2021, a firma del Capo di Gabinetto, con cui risulta fissato un incontro, per il 5 maggio p.v., con le OO.SS. rappresentative del personale del comparto Funzioni centrali e del personale dirigente Area Funzioni centrali, rappresenta quanto segue.

La scrivente Confintesa Dirigenti P.A. che annovera al suo interno, nell’ambito del più ampio pluralismo dirigenziale esistente nella P.A., anche i dirigenti attualmente in servizio presso il Ministero della Giustizia e gli uffici giudiziari, si colloca, in un contesto in cui la dirigenza pubblica vive sospesa tra” imparzialità e fiduciarietà“, al fine di conferire nuovo respiro alla dirigenza pubblica, ponendosi altresì alternativa alle OO.SS. già esistenti, per dare voce alla classe dirigente che ambisca a mutare prospettive, sì da rendersi promotrice di una nuova sfida per azionare la leva del cambiamento, nella maturata e notoria consapevolezza che nel nostro paese il sistema giudiziario sta affrontando da più di un decennio una crisi profonda evidentissima e percepita come non più differibile dalla coscienza civile, alla quale non può più essere associato il requisito della transitorietà.

In ragione di ciò, siamo dunque tutti dunque consapevoli di essere in una fase di profonda crisi del sistema giudiziario a fronte della quale la valorizzazione di una dirigenza amministrativa con compiti distinti da quelli dei magistrati, sia in sede di amministrazione centrale sia negli uffici giudiziari, non può non collocarsi come funzionale al miglioramento degli assetti costituzionali e dell’equilibrio tra i poteri dello stato.

Non appare revocabile in dubbio significare che alle notorie problematiche connesse alla mancata attuazione di una riforma organica e sistemica della dirigenza pubblica, gli uffici giudiziari in particolare siano da sempre contrassegnati dal riconoscimento, pur legittimamente oltre che costituzionalmente garantito, di un valore condiviso, quale quello della autonomia e della indipendenza di un ceto professionale, i magistrati, che non può finire con l’offuscare il raggiungimento degli obiettivi organizzativi, ove non venga coniugato, in tutte le circoscrizioni giudiziarie, con la prospettiva di una dirigenza amministrativa professionale e qualificata suscettibile di non ledere anzi di consolidare l’autonomia della giurisdizione.

Anche il sistema giudiziario, così come già attuato in vari settori della pubblica amministrazione, lungi dall’attribuirsi una sempre censurabile autoreferenzialità, deve riconoscere l’importanza e il valore di quanti portano all’interno dell’organizzazione nuove conoscenze e competenze, per non subire le innovazioni, ma utilizzarle come importanti leve del processo di apprendimento e cambiamento organizzativo.

Numerosi e tutti assai significativi sono, a parere di questa Federazione, i punti che paiono meritevoli di un condiviso confronto, così riassumibili sinteticamente ma non esaustivamente:

  • Evitare arretramenti normativi rispetto al modello di governo tratteggiato dal d.lgs. 240/2006 che, innovando sulle competenze, riconfigura i rapporti tra magistrato-capo ufficio e dirigente amministrativo, anche all’esito degli sviluppi legati alla costruzione dell’“Ufficio per il processo”, menzionato anche nel Recovery Plan. Occorre dunque operare per ottenere la piena e coerente affermazione degli assetti previsti al decreto 240, la cui attuazione, affidata per ora a due circolari del Capo Dipartimento Claudio Castelli (31 ottobre 2006 e 13 aprile 2007), appare ancora piuttosto timida e parziale. È pur vero che la mancata emanazione del regolamento di attuazione, propedeutico alla realizzazione del decentramento del Ministero inibisce –mancando le Direzioni Regionali/Interregionali- la compiuta attivazione del circuito di governo delle risorse prefigurato dal 240. Occorre nondimeno auspicare una terza circolare del Capo Dipartimento che persegua la compiuta attribuzione ai Dirigenti amministrativi anche della gestione delle risorse strumentali, per tutti i profili non immediatamente vincolati alla realizzazione delle Direzioni Regionali.
  • Rimuovere gli ingiustificabili ritardi nell’assegnazione degli obiettivi, con pedissequo approntamento di un sistema di valutazione meno autoreferenziale e maggiormente tarato sì da conseguire indici di maggiore efficacia ed efficienza negli uffici.
  • Assicurare maggiore pubblicità e trasparenza nella definizione delle procedure di interpello per il conferimento delle posizioni dirigenziali nell’Amministrazione Centrale e negli Uffici giudiziari.
  • Garantire maggiore trasparenza e pubblicità nel conferimento degli
  • Recuperare le profonde competenze tecniche e le esperienze professionalmente qualificate che si annoverano nei quadri dei direttivi apicali da collocarsi in un’area paradirigenziale di vice-dirigenza.

Nell’auspicio che la Sua agenda consenta nel prossimo periodo di dedicare a questa Organizzazione un incontro, per declinare più approfonditamente le sopra indicate tematiche, si assicura ogni possibile contributo all’attuazione del programma che la S.V. andrà a pianificare e realizzare.

Il Dirigente Nazionale

(Cristoforo Abbattista)

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